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     ABITARE

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LA CAPANNA VILLANOVIANA

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La Capanna -I primi rifugi artificiali dell’uomo nella preistoria erano rappresentati da capanne  di tronchi rivestiti da frasche o tende  di pelli .Con Lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento si cominciarono a formare i primi agglomerati di capanne(clan e tribù) realizzate con fango  o argilla con canne e vimini intrecciati. 

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Esempi di costruzioni in mattoni crudi

 Ziggurat sumero                         Tipica costruzione orientale
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I SUMERI

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In Mesopotamia il fango cominciò ad essere utilizzato sotto forma di blocchi essiccati al sole e uniti tra loro da calcina argillosa . I sumeri hanno inventato e utilizzato due tipi di mattone: Il mattone crudo e il mattone cotto.
  • Il mattone crudo è realizzato con argilla prima lavorata, mescolata a paglia, poi sagomata e compattata con i piedi e infine essicato al sole.
  • Il mattone cotto dopo la lavorazione veniva cotto nei forni ed era più solido di quello crudo.
I sumeri iniziano a usare i mattoni molto presto, anche se nel periodo più antico, per la difficoltà di reperire legna da ardere necessaria a cuocerli, fanno uso soprattutto di mattoni crudi, limitando quelli cotti nelle fondamenta e in alcune parti strutturali. Poi il mattone cotto viene impiegato con più frequenza, come nei palazzi pubblici, nelle ziggurat, ecc.
Più tardi i mattoni verranno incollati con malta di calce e bitume e sono posti a file alternate di piatto e file di taglio, ottenendo la tipica muratura con disegno a lisca di pesce. Per le coperture i Sumeri utilizzano la terra battuta su un fondo di stuoie e uno strato di sterpi.


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ANTICO EGITTO

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Nell’antico Egitto  le case erano realizzate con mattoni crudi fatti di limo, ma vengono utilizzati anche canne, papiro, legno e  per le abitazioni più umili, il fango impastato. Le case della classe operaia erano composte da un unico piano, mentre  quelle della classe media potevano avere anche un secondo piano. Tali  abitazioni avevano in genere tetti piani a terrazza, sui quali si svolgeva la gran parte della vita degli abitanti. Le stanze sottostanti, invece, erano utilizzate per dormire. Per i ceti più elevati invece erano delle ville organizzate secondo criteri di funzionalità: vi erano luoghi riservati alla vita intima, luoghi di rappresentanza e luoghi accessori. 


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CRETA

Architettura Cretese

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A Creta le abitazioni a forma quadrate o a forma rettangolare  con copertura a terrazzo erano simili per tutti i ceti sociali e si differenziavano solo per la loro grandezza o per i materiali utilizzati. Esse erano costituite da un cortile centrale attorno al quale si aprono gli ambienti, che da esso ricevono la luce o direttamente o tramite finestre aperte sul cortile. Le case hanno fondamenta in pietra e  muri di mattoni essiccati al sole o cotti, rivestimento argilloso, pavimento di lastre, ciottoli, cemento e terra battuta, soffitto in giunchi e canne coperte d'intonaco. Le case del ceto abbiente erano articolate su  più piani e  per reggere il peso dei piani superiori, si fà ricorso ad uno degli elementi caratteristici  dell'architettura cretese, la colonna.

LA CASA MICENEA

Megaron Miceneo

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A Micene  la città sorgeva su un altura ed era circondata da alte mura e le abitazione si sviluppavano intorno al Palazzo Reale che rappresentava il punto più alto della città   mentre  in pianura si trovavano i borghi contadini. La Casa micenea era caratterizzata dal mégaron, una stanza rettangolare o quadrata di rappresentanza, all'interno della quale è localizzato il fuoco sacro, aperta in alto per permettere la fuoriuscita del fumo. Attorno al mégaron si aprono le altre stanze, piccole e indipendenti, alle quali si accede tramite il prodromos (cioè un'antisala)


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L'ANTICA GRECIA

L'Agropoli greca

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In Grecia la città  si sviluppava intorno all’Agropoli luogo di culto delle divinità. Essa sorgeva su un altura ed  era  circondata da mura mentre le abitazioni si sviluppavano lungo le pendici dell’altura .Le abitazioni dei ricchi e quelle dei poveri, pur sorgendo le une accanto alle altre, si differenziano essenzialmente per i materiali costruttivi e per gli arredi. Le case più umili sono realizzate con fango e ciottoli e presentano il tetto in stoppie, mentre quelle del ceto più abbiente sono in mattoni cotti con tetto in tegole o con mura in mattoni crudi e assi di legno.  

La casa greca

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Le case erano di tipo unifamiliari e di forma rettangolare, a uno o a due piani. Il piano terra è riservato alle attività di rappresentanza, svolte prevalentemente nell'andron, la sala più importante nella quale soggiornano gli uomini, mentre il piano superiore è riservato alle donne (il Gineceo), che in Grecia vivono in una sorta di segregazione e non partecipano alla vita e agli svaghi degli uomini. Se il piano superiore non è presente, il Gineceo si trova comunque in un luogo separato rispetto all'andron.


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LA CASA NELL'ANTICA ROMA

Domus – Era un abitazione delle  famiglie patrizie romane , che si articolavano intorno a due corpi centrali: l'atrium (cortile aperto) e il peristylium (giardinetto). L'atrium è un locale centrale quadrato o rettangolare che presenta un'ampia apertura sul soffitto (impluvium), alla quale corrisponde sul pavimento una grande vasca (compluvium) che serve a raccogliere l'acqua piovana. Attorno all'atrium sono dislocate le altre stanze, ognuna delle quali ha un'unica funzione: il tablinum era la stanza principale di soggiorno utilizzata come sala di rappresentanza; i cubiculua servivano solo come camere da letto; glialea, la cui funzione è incerta. Attraversando un corridoio (andron), si accede alla seconda parte della domus, il peristylium, un giardinetto circondato da portici e decorato con colonne, piante, statue e fontane. Intorno al peristylium si aprono altri ambienti: il triclinium, cioè la sala da pranzo, altri cubicula, la cucina, il bagno e le latrine


Insulae – Case date in affitto alla piccola e media borghesia e al proletariato. Si tratta di grandi palazzi alti dai tre ai sei piani, dislocati lungo un intero isolato. Queste erano suddivise in stanze sempre più piccole, in ognuna delle quali viveva un'intera famiglia. Talvolta la piccola borghesia e il proletariato condividono la stessa insula abitando, tuttavia, in piani diversi.Ben presto  però vengono a crearsi insulae per la borghesia, strutture decenti fornite di acqua e servizi, e insulae per il proletariato, dalle condizioni fatiscenti e senza alcun tipo di servizio.



Villae –Le villae erano  bellissime case di campagna utilizzate come centri di aziende agricole e luogo di riposo e di svago dalle classi più abbienti. In genere sono costituite da un insieme di edifici, con diverse funzioni : abitazione, locali di rappresentanza, fienili, granai, giardini luoghi di svago come terme, biblioteche, teatri, ippodromi e così via. L'abitazione del proprietario, dove alloggiano i padroni e i loro ospiti, di solito è distaccata dal complesso e costituisce un edificio a parte.
Domus Pompeana
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Insulae  Romana

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Villae Romana
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IL MEDIOEVO
Castello medievale
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Aggregazione urbana medievale
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Il castello -  Composto in origine da una palizzata in legno recintata da un fossato e intervallata di tanto in tanto da torri, il castello è la diretta prosecuzione dell'ultima tipologia di villa romana, la villa fortificata, tipica del periodo dei re romano-barbarici. In origine l'edificio centrale è in legno. È solo verso la fine del X secolo, in conseguenza delle continue lotte tra i vassalli, che i castelli cominciano ad essere realizzati in pietra e ad essere circondati da cinte murarie intervallate da torri e culminanti con merli. All'interno della cinta muraria si aprono ampi spazi suddivisi in cortili che ospitano i diversi edifici: le abitazioni delle truppe, dei servitori, degli artigiani, i magazzini, i depositi e così via. In uno dei cortili sorge il mastio che ospita le camere destinate all'abitazione ai piani superiori, mentre al pianterreno si trovano il corpo di guardia, la sala di giustizia con il tronetto e le cucine. Nei sotterranei sono presenti i servizi e le prigioni. Verso il 1400 i castelli perdono la loro funzione prettamente difensiva e diventano palazzi-castelli, utilizzati dalle famiglie più abbienti prevalentemente come abitazione o dimora di caccia.
Le case contadine – Realizzate prevalentemente come case unifamiliari in legno con tetto in paglia, in un primo periodo sono costruite direttamente sul manso, cioè sul lotto di terra da lavorare. Dal X secolo in poi, per esigenze di protezione, queste capanne si spostano nei pressi del castello, all'interno del quale i contadini potevano rifugiarsi in caso di attacco.
Case cittadine – La vita in città si svolge in modo certamente diverso rispetto a quella nelle campagne. Le città sono circondate da mura e le attività pubbliche e sociali si svolgono all'interno di diverse strutture urbane ed edifici: cattedrali, piazze del mercato, palazzo di città (nel quale si tengono le riunioni e le assemblee del governo cittadino), palazzi delle corporazioni e palazzo pubblico (utilizzato per le riunioni dei magistrati e per lo svolgimento degli affari pubblici). Le case cittadine sono per lo più unifamiliari. In genere si tratta di case-bottega nelle quali vivono sia il maestro con la sua famiglia, sia gli apprendisti e gli operai. Spesso sono case in affitto. Il forte inurbamento, tuttavia, comportò una sovrapposizione tra le antiche strutture urbanistiche di epoca romana e la necessità di accogliere sempre più persone all'interno delle mura cittadine. Cominciano così a sorgere case-torri in muratura, che si sviluppano anche su quattro o cinque piani.
Tipica capanna contadina
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Casa-bottega medievale
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IL RINASCIMENTO
Tipico palazzo rinascimentale
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       Interno di palazzo Rinascimentale
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Il Rinascimento - In epoca rinascimentale in quasi tutte le città europee cominciano a sorgere eleganti palazzi che richiamavano la concezione architettonica classica. I signori rinascimentali si fanno spesso mecenati di poeti, letterati, pittori, scultori e architetti che vivono alla loro corte e contribuiscono alla realizzazione di sontuosi palazzi cittadini. Il tipico palazzo rinascimentale di solito è un blocco unitario realizzato in muratura e strutturato su tre piani che si affacciano sia sulla strada che sul cortile interno: al pianterreno si trovano i locali di servizio; al primo piano vi sono i locali di rappresentanza utilizzati in occasione di feste e ricevimenti; il secondo piano è abitato dai componenti della famiglia, mentre il sottotetto è utilizzato come alloggio per la servitù. Le sale interne sono decorate con affreschi, stucchi, quadri, arazzi e sontuose scalinate, e sono arredate con mobili pregiati. Contemporaneamente si sviluppa il ceto borghese e con esso viene in parte modificata la struttura dell'abitazione. I locali si differenziano in base alla destinazione d'uso: ai piani superiori si trovano le stanze dei componenti della famiglia, mentre al primo piano (o al piano ammezzato) i locali sono utilizzati per il lavoro e gli uffici. Il pianterreno, che in origine era utilizzato come laboratorio artigiano, diventa bottega e generalmente viene dato in affitto.

Seicento e Settecento
– Così come avviene in tutti gli altri ambiti, anche sul piano abitativo tra Seicento e Settecento si assiste ad una netta separazione tra gli strati sociali. Se da un lato gli edifici della nobiltà e i palazzi dei sovrani si fanno sempre più sfarzosi, diventando talvolta delle vere e proprie città (Versailles ne è un esempio), parallelamente cominciano a sorgere interi quartieri destinati all'alta borghesia e alla classe dirigente. Vengono costruiti grandi palazzi unifamiliari che sorgono lungo i corsi e attorno alle piazze residenziali, abbellite con alberi, giardini e monumenti. Per contro, nascono anche i quartieri popolari: si tratta di quartieri abitati per lo più da persone che svolgono lo stesso mestiere e composti da case a più piani realizzate con materiali scadenti. Le condizioni sanitarie dei quartieri popolari sono disastrose: le strade sono vicoli di fango e sporcizia, non esistono spazi verdi e di frequente divampano incendi ed epidemie.

Rotonda Palladiana

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Palazzo settecentesco

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DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE AI GIORNI NOSTRI


L'Ottocento - Le condizioni abitative del ceto popolare non migliorano nemmeno nell'Ottocento. E' questo il secolo della Rivoluzione Industriale, che cambia notevolmente il volto delle città determinando il rapido aumento del proletariato cittadino. Le industrie, prima localizzate in campagna, si spostano nei pressi delle miniere di carbone, mentre i traffici avvengono mediante le ferrovie. È qui che sorgono le case per gli operai, alloggi realizzati lungo le linee ferroviarie, vicino alle miniere oppure intorno alle grandi fabbriche. Questi quartieri (i cui tipici esempi sono gli slum inglesi o le banlieu francesi) sorgono spesso negli spazi lasciati liberi dalle fabbriche, su terreni pieni di ceneri e rottami, o lungo i corsi dei fiumi inquinati dagli scarichi delle fabbriche. L'aria è irrespirabile, gli alloggi sono fatiscenti e sempre più piccoli. La speculazione edilizia si incrementa sempre di più occupando qualsiasi posto disponibile. Solo nella seconda metà dell'Ottocento si hanno i primi esperimenti di edilizia popolare, sovvenzionata o dallo Stato o da imprenditori privati. Per contro, i quartieri borghesi sono migliori dal punto di vista igienico-sanitario e le abitazioni – per quanto spesso arredate con dubbio gusto – sono spesso dimore sontuose con giardini sul retro, se sorgono in città, oppure ville lussuosissime, se sorgono in periferia.


Il Novecento è il secolo in cui prosegue e si acuisce la crescita esponenziale delle grandi città, dovuta al massiccio spostamento della popolazione dalle campagne ai centri urbani, che raggiungono spesso cifre altissime nel numero di abitanti. Il Novecento è anche il secolo in cui si impone prepotente l'uso del cemento armato, il quale, consentendo una costruzione in tempi rapidi, diventa principale materiale di costruzione degli edifici, contribuendo alla loro standardizzazione, ma anche all'aumento della salubrità degli edifici indipendentemente dalle classi sociali.
L'eccessiva crescita della popolazione cittadina comporta la nascita di città-satelliti, cioè città industriali di limitata dimensione (50-70 mila abitanti) dotate di attrezzature e servizi. In seguito alla Seconda Guerra mondiale, in Italia la crescita delle città è stata gestita senza piani urbanistici efficaci. Come ben chiarisce Giuliana Bandinelli nel suo saggio Piccola storia dell'abitazione , «le città si sono estese intorno al centro storico, "a macchia d'olio", ossia senza una direzione programmata e in maniera disordinata, per effetto della speculazione sulle aree fabbricabili. Si moltiplicano così le squallide periferie povere di servizi sociali, di scuole, di verde, mentre il centro viene sistematicamente distrutto».

Ghetti  popolari ottocenteschi
La rivoluzione industriale

Le Corbusier- Unitè d'habitation- Marsiglia-
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