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MAPPA DEL RISCHIO SISMICO IN ITALIA

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  La teoria della deriva dei continenti  dimostra che la crosta terrestre sta continuamente in movimento. Essa  è frammentata, grossomodo in undici grandi placche in movimento relativo tra loro. Così avviene che lungo le dorsali oceaniche ci sia emissione di magma “fresco”, espansione della placca e del “pavimento” oceanico, mentre, i prossimità dei continenti, la placca oceanica viene “riciclata”: si inflette al di sotto del continente e viene riassorbita dal mantello (subduzione). Questo margine, detto margine attivo, è dove avviene il maggior rilascio di energia sismica e dove avvengono i più forti terremoti conosciuti. Il motore di tutto ciò è il calore dell’interno della Terra ed i moti convettivi del mantello che, in superficie, trascinano le placche. Nello spostarsi la crosta terrestre, si piega accumulando energia elastica. Nel momento in cui tale energia induce sollecitazioni superiori al limite di rottura degli ammassi rocciosi si generano improvvise fratture e scorrimenti interni alla crosta terrestre che manifestano i loro effetti in superficie sottoforma di brusche scosse.
      La frattura che si genera nella crosta terrestre viene chiamata faglia, cioè una  spaccatura che si può formare in superficie e in profondità  e provoca il  sisma.
Tali scosse si propagano sotto forma di onde sismiche attraverso il terreno e  vengono trasmesse alle strutture. 
 In Italia i sismologi  hanno catalogato 30˙000 eventi sismici, cioè terremoti avvenuti in tutta la penisola negli ultimi 3500 anni.  Di questi, circa 4˙000 hanno raggiunto un’intensità almeno del quinto, sesto grado della scala Mercalli. In media uno ogni tredici, quattordici mesi e a partire più o meno dal 500 a.C., negli ultimi 2˙500 anni ci sono stati in Italia almeno 560 terremoti forti, fortissimi e catastrofici, cioè dall’ ottavo all’undicesimo grado: in media uno ogni quattro anni e mezzo. Sono quelli di cui si hanno notizie precise al punto da poter stabilire per ognuno con sufficiente esattezza latitudine e longitudine dell’epicentro, l’anno in cui si è verificato e l’intensità. 


Deriva dei continenti

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Faglia Mediterranea

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Propagazione onde sismiche

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SOLLECITAZIONI E DEFORMAZIONI DI UN TELAIO TRADIZIONALE  SOTTOPOSTO AD AZIONE SISMICA

Il criterio fondamentale delle costruzioni antisismiche è quello di realizzare opere che consentono di salvare sempre e comunque le vite umane, pur sacrificando l'indennità strutturale. In questo caso la struttura resistente dell'edificio, potrà (e dovrà) anche deformarsi in maniera considerevole ma dovrà, comunque, sempre essere progettata per evitare, o almeno ritardare, il collasso totale, in modo da consentire la fuga di chi vi abita.
Il comportamento delle strutture  tradizionali infatti,  rispetto a  quelle  a telaio sottoposto a sisma è sostanzialmente differente.
Mentre nel primo caso le strutture tradizionali  essendo poco elastiche sono soggette a meccanismi di collasso locale, nel caso di strutture intelaiate in acciaio o in Cemento Armato le sollecitazioni sismiche sono ridistribuite su tutti gli elementi della maglia e sono in grado di  sopportare azioni sismiche di elevata intensità prima  dell’insorgere dei danni localizzati
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DEFORMAZIONE DI UN EDIFICIO CON ISOLATORI SISMICI

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Telai sismicamente Isolati - Negli ultimi decenni l'ingegneria sismica ha visto affermarsi sempre più rapidamente una nuova strategia contro i terremoti mediante le tecniche dell'isolamento sismico.
 Anziché concepire una struttura vincolata rigidamente al suolo che "resista", pur subendo seri danni, alle azioni trasmesse dal terremoto senza crollare (tecniche antisismiche convenzionali), la nuova strategia consiste nel progettare la struttura svincolata dalle vibrazioni del terreno.
Tale isolamento avviene mediante idonei apparecchi chiamati appunto isolatori sismici, generalmente realizzati in neoprene armato, che vengono frapposti tra le fondazioni e la soprastruttura e che risolvono "in radice" il problema sismico. Essi consentono di ridurre notevolmente il trasferimento delle sollecitazioni dalle fondazioni alla sovrastruttura. Grazie ad essi, la fondazione (solidale al terreno) rimane libera di muoversi e vibrare, mentre la sovrastruttura si appoggia verticalmente alla fondazione, ma scivola orizzontalmente su di essa, non prendendo parte alla temibile vibrazione in orizzontale.
La protezione sismica così concepita è totale in quanto si riducono notevolmente le forze orizzontali di natura dinamica trasmesse dal terremoto all'edificio, il quale non subisce alcun danno perché la sua struttura resistente rimane sempre nel campo elastico. A differenza delle tecniche convenzionali, l'isolamento sismico ha il vantaggio di preservare la struttura (e ciò che contiene) dal terremoto vero e proprio, e non solo dai suoi effetti.

isolatore sismico

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Apparecchio discorrimento

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Fondazioni

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